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Da Oberhaslach a Wasselonne, Bas-Rhin, Alsace. Una manciata di giorni d’autunno pieni di sole e di bellezza. Immagini e parole in ordine sparso
I vigneti dorati della celebre Route des vins alsaziana…È l’ora di pranzo di una luminosa domenica mattina autunnale, passeggiando per le stradine deserte di questi villaggi alsaziani si sente solo rumore di piatti, di risate, di gente che invita i vicini di casa a pranzo affacciandosi dalla finestra…
Cerchiamo almeno di partire dall’inizio.
Questa è stata la nostra casa in quei giorni. Relais de Gensbourg, Oberhaslach.
Siamo arrivati qui la notte del 31 Ottobre durante una notte stellata e silenziosa attraverso tortuose strade provinciali ai piedi delle Vosges, fiancheggiate dai boschi e pullulanti di cervi in amore… Ne abbiamo incrociato ben sei! Femmine! E tutte insieme! Si recavano o fuggivano dai loro amanti?
Scarpe da trekking e zaino in spalla, l’indomani mattina siamo partiti alla volta di un magnifico sentiero immerso nella foresta. Destinazione: Castello e Cascate del Nideck.
Le rovine del castello-fortezza di Nideck, risalenti al XII secolo, vengono menzionate nel 1816 dai fratelli Grimm e ispirarono il poeta Adelbert von Chamisso a comporre Das Riesenfräulein – La figlia del gigante. Secondo la leggenda il castello era abitato da due giganti e dalla loro piccola figlia che un giorno, annoiata, scese fino al villaggio scambiandone gli abitanti per dei giocattoli. Venne redarguita dal padre che le spiegò che tutti hanno bisogno di qualcuno, persino i giganti, il cui sostentamento dipendeva dal lavoro dei “piccoli” contadini del villaggio…
La Cascade du Nideck si trova a 534 metri di altitudine, a sud delle vestigia del castello. Alta circa 25 metri, si getta dall’alto di una muraglia di roccia vulcanica e si integra in un sito naturale perfettamente conservato.
Alla fine della nostra scarpinata, stanchi e affamati ma felici, questo magnifico rifugio ci si è stagliato davanti come una visione… L’aria intorno profumava di salsicce affumicate arrosto e di camino…
All’ingresso di questo posto incantevole c’è questa roulotte e questa piccola libreria… Eccomi mentre faccio finta di leggere… la nostra fame non è affatto di conoscenza in questo momento…
Sentiamo odor di knack e di camino…
Indovinato! Il camino eccolo qui… dei due magnifici knack con la mostarda, salsicce affumicate alsaziane che devono il loro nome al suono che emette la loro pelle quando vengono addentate… ahimè… non ci sono foto. Non chiedetemi perchè.
Ed ecco Philippe, il nostro oste. Dopo vent’anni di lavoro negli alti ranghi della politica ha deciso di mollare tutto e vivere qui occupandosi dei viandanti stanchi e affamati come noi. E lo fa incredibilmente bene. Ecco alcune foto di questo luogo accogliente e suggestivo che sembra qualcosa a metà fra un museo e un luna park…
Questo organo a rullo del 1906 vide gli splendori di un bordello di Parigi durante la belle epoque…
Questa frase è attaccata al muro accanto all’organo che, a quanto pare, di amori deve averne visti consumare parecchi…
E poi un originale juke box Wurlitzer…
Ed ecco la cucina di Philippe. Odora di lentezza, di camino, di legna e di acqua di fiume. E di Knack… 🙂
E proprio a due passi dalla cucina, in questa verandina intima e luminosa, oltre le finestre scorre il fiume e risuona una piccola cascata…
Io non me ne vorrei più andare. Ma abbiamo un impegno stasera: trovare la miglior tarte flambée della zona. Philippe sa dov’è.
Restaurant Aux Ruines du Nideck, Oberhaslach. Qui la Flammekueche, la tarte flambée alsaziana, viene cotta come da tradizione nel forno a legna ed è riconosciuta dalla Confrérie de la Tarte flambée. Qui non si scherza. È il posto giusto per noi.
Questa specialità alsaziana è composta da una base di impasto di pane steso molto sottile e farcito con crème fraîche e fromage blanc. Sì, questa è solo la base. Il resto lo si sceglie poi dal menù. Noi abbiamo preso quella al Munster e al caprino fesco. I grani di cumino con la loro aromatica freschezza in tutto quel popò di sapori robusti e decisi sono una scoperta e un’ ispirazione per me. Ma, aspetta un attimo. Il cumino che conosco io ha tutto un altro sapore! Scopro che qui in Alsazia e nella Svizzera francofona il cumin è in realtà il carvi, o cumino dei prati, pianta appartenente alle Ombrellifere e quindi sorella dell’anice e del finocchio, a cui somiglia appunto per freschezza e aromaticità. È chiamato anche anice delle Vosges e ricorre in moltissime altre ricette alsaziane, prima fra tutte la choucroute, che merita un capitolo a parte e che prometto di onorare in queste pagine prossimamente. Inutile dire che ho comprato un bel barattolone di carvi che sarà al centro, prossimamente, dei miei sporchi giochi ed esperimenti.
Questo ristorante ci piace, Philippe ha capito cosa cercavamo: non c’è l’ombra di un turista oltre a noi, ai tavoli ci sono famiglie e amici che parlano un dialetto incomprensibile a metà fra francese e tedesco con al centro della tavola taglieri di tarte flambée di tutti i gusti, è domenica sera e l’atmosfera è quella di una autentica, tipica pizzeria. Alsaziana. Perchè la tarte flambée è chiamata anche pizza alsacienne. 🙂
Con cosa abbiamo annaffiato (abbondantemente) il tutto? Ma con dell’ottimo Riesling alsaziano della casa, ovviamente…
Di questi giorni ricorederemo l’odore del bosco, il suono della cascata, la robustezza del cibo, il tintinnio dei bicchieri di vino, gli occhi luccicanti delle cerve in amore nella notte. Ma soprattutto i nomi e i sorrisi della gente che ci ha accolto facendoci sentire a casa. Abbiamo già voglia di ritornarci. Quindi attenzione: l’Alsazia crea dipendenza. 🙂