Il segreto della felicità

Una delle poche cose dell’epoca attuale a darmi fiducia nel futuro è la presenza costante, quasi ossessiva, della parola condivisione. È la parola del secolo, capace di rendere possibile l’impossibile, la parola magica.
Talmente magica che mi ha permesso di riparare da sola la mia finestra d’alluminio qualche giorno fa. Avrei voluto abbracciare chi prontamente rispose al grido d’aiuto di Kitty85 nel lontano 2003 e, a 11 anni di distanza, anche al mio. Noi tre: io, l’altra defenestrata e il nostro comune soccorritore senza spazio né tempo, siamo fratelli nello spirito. Share: l’apriti sesamo de noandri.
Cioè, so a cosa serve il “pernetto che negli infissi in alluminio a taglio termico si trova nella parte interna del montante dell’anta alla stessa altezza della maniglia”? Share! E la porta della felicità si apre per qualcuno che, forse, un giorno la aprirà per te. Già mi vedevo il ferramenta lussemburghese con la salopette di pailette porgermi una siringa per il pagamento della prestazione. Io odio le siringhe. Grazie, mio fratello nello spirito senza spazio né tempo. E grazie alla vocina che ho sentito da dietro ai cespugli, quel giorno, durante una passeggiata e che mi ha ispirata a scrivere queste righe:
“Ceci c’est le jardin à moi!” Disse la bambina.
Non, – rispose il vecchio padre saggio – Ceci c’est le jardin à tout le monde!”
La bambina col cappottino rosso, mia mocciosa inconsapevole musa, quel pomeriggio d’autunno mi folgorò col suo innocente capriccio. Ma soprattutto mi folgorarono le parole del vecchio saggio padre che, nella versione che vi racconto, ha una lunga barba bianca, mentre nella realtà aveva circa trent’anni e un cappellino di tela blu. Ero nel magnifico giardino botanico della città del nord est della Francia in cui vivo, Metz, e quella bimba mi aveva appena resa grata al concetto di “di tutti”.

Condivisione è rispetto. Passeggiare in un giardino e non rubarne i fiori è il segreto della felicità.


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